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«Pioggia e fumo. Scenario pacato, piovoso e lento. Quasi metafisico. Un cadavere alla periferia di Porto. L’ispettore che indaga si chiama Ramos. Con una flemma surreale fuma il sigaro e riflette ad alta voce con il suo assistente lasciandolo di stucco per le sue teorie su quanto sia meglio la pioggia acida e piena di cloro che cade sulle città rispetto a quella pura ma che porta solo fango nelle contrade di campagna. E altre cose così, cinico e rassegnato al peggio. Ramos riflette con gli echi concentrici della mente del suo creatore, Francisco José Viegas. Si dice che ogni scrittore portoghese abbia in sé l'archetipo di uno degli eteronimi di Pessoa. In questo caso molta parte di Ramos è Alvaro de Campos, almeno per la rassegnazione nichilistica con cui intraprende la ricerca delle origini e della biografia di quel cadavere senza storia. Non è facile seguirlo tra Brasile, Indonesia, Uruguay, ex colonie portoghesi e soprattutto nel suo eterno circumnavigare intorno alle cose. (Lontano da Manaus. tr. it. R. Fregonese, La Nuova Frontiera, 18 euro). No La Reppublica.
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